lunedì 23 luglio 2012

Cinquanta Sfumature di Rosso: Atto Finale

di Master8888


Cosa penso di "Cinquanta sfumature di Rosso" e qualche mia conclusione complessiva sui tre volumi delle "Cinquanta sfumature...".

E' stata una faticaccia, ma finalmente ho completato la lettura anche dell'ultimo dei tre volumi della trilogia "Cinquanta...".
Per la verità, non è una trilogia, in realtà è un unico romanzo di dimensioni mostruose che per ragioni ovvie è stato diviso in tre pezzi, ma in realtà è un racconto unitario.
E qui ci sarebbe da fare una digressione sulla diseducatività dell'e-book, perché al tempo in cui esisteva solo il libro di carta un editore (io se lo fossi lo avrei fatto) avrebbe chiamato l'autrice e gli avrebbe detto che andava tutto condensato in un solo volume di cinquecento pagine, così tra l'altro si sarebbe risolta la ripetitività di tanta parte dell'opera. Oggi sceglie "il pubblico" e si sa che la massa spesso non fa le scelte più oculate.
Comunque, date le premesse che sto facendo devo confermare la piena validità di quanto ho scritto a proposito di "Cinquanta sfumature di Nero".
Tuttavia, nonostante questo e nonostante il soffocante perbenismo della presunta trilogia, io un pregio l'ho trovato.
E sì, perché dopo tante polemiche in ambiente BDSM, tra me concordemente con  pochi altri, assertori dell'esistenza di un vero BDSM (e quindi anche di un falso BDSM), contrastati dalla massa che asserisce che tutto può essere BDSM, perché nessuna "autorità riconosciuta" ha il potere di delimitarlo, per cui ognuno fa come gli pare, finalmente abbiamo in mano un testo che dimostra in modo solare cosa sia il "famolostranismo" e come questo sia totalmente diverso dal vero BDSM.
Una parentesi però va aperta per spiegare al lettore cosa sia il "famolostranismo", visto che lo avevo già tirato in ballo nel mio precedente articolo, ma senza spiegarlo, se non sommariamente per inciso.
In un film di Verdone compare una coppia che si sposa, composta da Ivano interpretato dallo stesso Verdone e Jessica interpretata dalla Gerini. Si tratta di due romani "coatti", che impersonano l'aspetto più deteriore degli odierni romani di bassa cultura.
Il film introdusse un "tormentone" di successo, Jessica (masticando in modo plateale l'immancabile gomma americana) chiede continuamente a Ivano "'O famo strano?" e i due finiscono per avere rapporti sessuali nei modi più strani e impensabili.
Da qui, dalla battuta "'O famo strano?" (dove la O sembra essere stata voluta da un nemico del BDSM come nemesi dell'"Histoire d'O"...), è stato mutuato in ambiente BDSM il termine dispregiativo "famolostranismo", per indicare chi non fa vero BDSM, ma utilizza tecniche, "apparenze", oggetti, propri del BDSM solo per eccitare lui e lei e consentire così più facili e "piccanti" rapporti sessuali, i quali, quindi, sono il vero e fondamentale scopo del "famolostranismo".
Nel vero BDSM lo scopo finale è il potere, il controllo da parte del Dominante sulla sottomessa (preciso che di donne Dominanti e uomini sottomessi non parlo, pur essendo il BDSM piu' diffuso, perché oltre che fuori tema rispetto al libro che sto commentando è totalmente estraneo alla mia natura), i rapporti sessuali possono esserci (certo non a ritmo "allevamento di conigli" come fa Christian Grey!), oppure non esserci, ma comunque hanno una funzione sussidiaria, non principale.
Infatti, mentre confermo che per tutta la cosiddetta trilogia ho visto solo "famolostranismo" (con una presenza ripetitiva fino alla più profonda noia, ossessiva, continua, strabordante, incredibile fino all'assurdo del rapporto sessuale in tutte le sue varianti) e non BDSM, però ho cominciato a pensare che una dimostrazione così chiara, palese (se non è chiara dopo la lettura della cosiddetta trilogia bisogna essere un po' duri di comprendonio...) del "famolostranismo" è di grandissima utilità "pedagogica".
Da oggi a chi ha un po' di vocazione al BDSM ma non ha le idee chiare prescriverò la lettura dei volumi "Cinquanta...", come "medicina", per fargli capire cos'è il famigerato "famolostranismo".
Per il resto, Christian mi ha fatto un po' pena (dalle "quindici sottomesse" ad Anastasia... roba da suicidio) e un po' rabbia (facendo il "coniglio da monta" invece del Dominatore dove credeva di arrivare se non ad una vita piatta e banale?), mentre Anastasia mi ha fatto veramente solo rabbia, una stupidina, furbastra, saccente, che non si rende conto di aver preso un uomo "border line" e averlo portato dalla parte sbagliata.
Nella realtà queste faccende vanno a finire (i casi sono innumerevoli) che lui dopo due o tre anni comincia a essere richiamato irresistibilmente dal BDSM e si fa una doppia vita con "amante sottomessa" all'insaputa della moglie, salvo nascondersi nel cesso per telefonare e "dare ordini" alla sottomessa (come stigmatizzava con giusta ferocia una di loro che un tempo conoscevo).
Ma ciò che è veramente insopportabile è l'ipocrita perbenismo del romanzo.
Innanzi tutto "Cinquanta sfumature di Rosso" rafforza il tremendo messaggio di ostilità verso il vero BDSM che avevo rilevato commentando "Cinquanta sfumature di Nero", senza neanche la misera toppa della frasetta del Dottor Flynn contenuta nel volume precedente.
Il messaggio è evidentissimo, il BDSM è "cattivo e malato", invece i "giochetti famolostranisti" sono "buoni" e Anastasia "salva" Christian dal "male" che ha in sè. Mi permetterete di dire che tutto questo mi dà la nausea.
Come "contorno" sull'ipocrisia perbenista delle "Cinquanta sfumature..." aggiungo che in un mondo dove i matrimoni si sciolgono come neve al sole e la fedeltà è una vera utopia, ci propina il sogno diseducativo di un impossibile rapporto totalizzante in cui si sintetizzerebbero amore, figli, "sesso estremo" (così ha la faccia tosta l'autrice di chiamare le sue descrizioni "famolostraniste"), fedeltà assoluta con tanto di gelosie assurde per ex e sguardi. Visto che nella realtà gelosie e sogni di fedeltà assoluta generano morti ammazzati, ex infastidite o peggio per anni, botte del partner forte al partner debole (che sono cosa INCOMPATIBILE con il BDSM, anche se molti non lo capiscono!) e come minimo frustrazioni e infelicità di chi si rode, forse sarebbe bene che questo diseducativo ciarpame venisse messo al bando dalla società moderna, invece di essere esaltato letterariamente.
Devo però dire che il successo dei tre libri di cui sto parlando non mi meraviglia.
Viviamo nella società della massificazione consumistica, in cui cioè qualsiasi cosa deve essere trasformata (involgarita?) per poter diventare "prodotto vendibile" al maggior numero possibile di "consumatori".
Il BDSM di élite di "Histoire d'O", dove élite non è come erroneamente pensano molti basata sul denaro (quello fa parte "dell'involucro narrativo", ma per questo rinvio al mio articolo al riguardo), quanto ristrettezza del numero di chi può fare certe cose perché per arrivare a livelli elevati occorre una vera vocazione ed un "percorso" appropriato, non è compatibile con una società in cui tutto deve essere massificato.
All'opposto, il presunto "sesso estremo" (sic!) delle "Cinquanta sfumature..." è in perfetta sintonia con le linee sociali a cui sto facendo riferimento, è un'attività che può fare chiunque ne abbia voglia, senza bisogno di vocazione e "percorsi". Ed infatti mi risulta che nei paesi anglosassoni il successo dei libri abbia portato anche una esplosione di vendite nei "sex shop".
Evidentemente molte coppie assolutamente "vanilla" ma fortemente annoiate cercano di applicare i "consigli" letti, penso ricorrendo a morbidi e inoffensivi flogger di striscioline di cuoio morbido, a bracciali e cavigliere di cuoio ed a "giocattoli sessuali" anali e vaginali, di cui hanno letto.
Per inciso, speriamo che nessuno di questi sprovveduti sia poi tentato di "esplorare" cose sconosciute improvvisando, con il risultato che qualcuno si faccia davvero male (e questo oltre a essere orribile in sè, scatenerebbe qualche ipocrita campagna di opinione contro il "BDSM", che invece non avrebbe nulla a che fare con tutto questo).
Piuttosto, sono veramente meravigliato dai commenti fortemente negativi sulle "Cinquanta sfumature..." che colgo nell'ambiente BDSM italiano. Ciò, per motivi a cui ho già accennato.
Volendo tirare qualche conclusione alla fine del mio discorso, penso che scrivere un efficace romanzo in cui si parla di BDSM si sia rivelato ancora una volta impresa così ardua da sembrare quasi impossibile, stretta com'è fra la ripetitività ossessiva e pornografica di uomini che esplicitano le loro fantasie (di solito sempre uguali) e autrici di sesso femminile che come nel caso delle "Cinquanta sfumature..." non riescono a resistere alla deviazione nel romanzetto rosa con immancabile lieto fine (nelle "Cinquanta sfumature..." proprio il "vissero a lungo felici e contenti, con tanti figli, in una bella casa, circondati dagli amici e dalle persone care..." roba da "Bella addormentata nel bosco" o "Cenerentola" o "Biancaneve" tradizionale...)  e con pregiudizi moralistici seminati a iosa.
Per questo la tanto bistrattata "Histoire d'O" continua a piacermi, nonostante non sia certo un romanzo scevro di difetti rilevanti, almeno sfugge a quelli più gravi, ma questo è tema di un altro articolo.

12 commenti:

Pinkafé ha detto...

E ancora tanti spunti di discussione e una prospettiva davvero molto ma molto diversa. Questo terzo capitolo è il libro che mi ha emozionato meno. A mio avviso tutta una prima metà che scorre lenta, senza aggiungere nulla di nuovo.
Tirando le somme però sono convinta che Cinquanta Sfumature sia al di là di tutto una storia d'amore e non di BDSM, con tutte le sue limitazioni, ma sempre di amore si parla e di quello che salva gli animi. Christian alla fine non è guarito dai traumi passati ma ha imparato a conviverci, non li supera ma li accetta. Ma sbaglio o colgo una vena di disprezzo nella tua definizione di " romanzetto rosa" ;)?

Escludendo Fifty, ritieni che BDSM e amore non possano incontrarsi mai? Pur senza rappresentare l'icona perfetta del BDSM più puro, non pensi che forse questo libro semplicemente possa rappresentare uno spunto per qualche anima addormentata?Che possa spingere a farsi alcune domande su se stessi? Poi mi chiedo: ma il famolostranismo, alla fine è davvero così deleterio? non potrebbe rappresentare magari un entry level per un BDSM più..diciamo.. evoluto?
Prendi ti prego queste mie considerazioni solo voglia di confronti e non polemica pura,ci mancherebbe.
Ho finito l'Histoire d'O proprio qualche giorno fa ed è un libro che mi ha lasciato piuttosto perplessa, non tanto per il personaggio femminile che forse è l'unica che ci sta dentro, ma per gli uomini che le ruotano intorno. Ai miei occhi di lettrice totalmente a digiuno di vero BDSM ne è risultato un libro freddissimo e a tratti molto squallido, sopratutto nella figura di Renè e Sir Stephen le cui uniche azioni degne di nota sono quelle di cedere O al primo soffiar del vento. Non c'e' alun tipo di legame e non parlo di amore eterno, ma di una qualsiasi traccia di confidenza e/o comunione di menti. Ma magari avremo occasione di riparlarne, vero?
Astasia

Master8888 ha detto...

Faccio una premessa di "filosofia" del discorso.
Io cerco di far vedere le cose da punti di vista inconsueti e magari sono anche "pungente" non perché voglio imporre le mie idee, ma perché nel mio piccolo vorrei stimolare tutti a pensare e a formarsi una opinione e per stimolare alle volte bisogna "pungolare".
Certamente ricordi quel bellissimo film in cui il professore invita gli studenti a salire in piedi sui banchi per vedere il mondo in modo diverso... "o capitano mio capitano!"...
L'amore é una cosa troppo importante e nobile per essere ingabbiato in schemi, o peggio in "romanzetti rosa", non esiste un tipo di amore, ma tanti tipi di cui alcuni possono persino non sembrare amore.
Per quanto possa apparire paradossale, il mio consiglio é di lasciar perdere i "romanzetti rosa" e ricominciare da Chrétien de Troyes e i suoi romanzi cortesi medioevali (Perceval, Erec e Enide, Cliges, Lancilotto, Ivano), da Flaubert e la sua "Educazione sentimentale" e Laclos con le perfette geometrie delle sue "Relazioni pericolose" (anche qui qualche personaggio maschile può sembrare sordido...). Un consiglio soggettivo, poi ognuno si fa i suoi percorsi come vuole.
Esattamente come il "famolostranismo", é ovvio che ognuno fa quel che vuole, io mi inquieto solo se qualcuno vuol far passare per BDSM ciò che BDSM non é (chiamare ogni cosa con il nome appropriato ha un valore persino "magico", visto che gli antichi pensavano che sapere il nome era avere potere sul soggetto con quel nome).
Le osservazioni di Astasia sono state stimolanti, come spero siano queste parole.
Il resto conta fin dove vogliamo farlo contare.

Pinkafé ha detto...

Come master8888 anch'io amo molto l'uso corretto delle parole, ed è stato un piacere trovare nel suo commento l'accenno a uno dei miti che più mi sono cari (celebrato da Omero come dai meravigliosi Fratelli Grimm). E proprio per questo gradirei se venisse usato il più appropriato "romance" al posto di "romanzetto rosa", garantendo si possano conoscere e amare i grandi classici, e insieme apprezzare l'evasione regalata da una storia sentimentale a lieto fine.

Tornando alla trilogia in questione, personalmente non sono sorpresa che il tanto sbandierato BDSM sia poi inverosimile: se già la caratterizzazione del protagonista richiedeva una "sospensione dell'incredulità" fantascientifica, perché mai aspettarsi maggiore cura o realismo nella resa di altri aspetti? (A me poi Christian sembrava già sulla via dello zerbino a metà del primo libro...)

Concludo condividendo una riflessione personalissima, e forse un po' provocatoria, ma a mio modesto parere la signora James non mirava a raffigurare il BDSM più di quanto Dan Brown pretendesse di fare storiografia con il suo Codice da Vinci: volevano intrattenere il pubblico, e innegabilmente ci sono riusciti.

Saluti!
Marty

Pinkafé ha detto...

Direi che ci troviamo d'accordo sul pungolare e sullo stimolare, i confronti sono costruttivi ed è bello imparare qualcosa dagli altri, i " romanzetti rosa" invece ci mettono su due fronti separati. Anche io ero piena di pregiudizi su questo genere, poi ho deciso di mettermi in discussione e ,inserendoli nel loro giusto contesto- cioè senza pretendere di equipararli a classici immortali- mi hanno regalato emozioni che per dignità non hanno nulla da invidiare ai "mostri sacri monumentali". Del resto i pregiudizi limitano ovunque, nel BDSM come anche nel genere romance;-). Non è detto poi che dai romanzi rosa uno non possa approdare a Flaubert, percorrendo un viaggio interiore tutto proprio, una crescita dell'animo senza limiti seguendo un proprio ritmo personale.
A presto,
Astasia

Master8888 ha detto...

Mi sono informato sul genere "romance" (non ho difficoltà ad ammettere che é un argomento su cui sono totalmente ignorante) ed é senza dubbio un termine piu' appropriato.
Quanto al mio giudizio sul genere, considerata la veste per la quale sto scrivendo qui, non può meravigliare, ma questo nulla toglie a chi lo apprezza, sono semplicemente punti di vista diversi di soggettività diverse.

Anonimo ha detto...

Queste recensioni di Cinquanta Sfumature sono davvero interessantissime da leggere, anche per una come me che ha apprezzato molto i libri.
Confesso però che il terzo capitolo della serie non mi ha conquistato come i primi due , ma
mi affascina molto guardare al libro con gli occhi di Master8888, perchè ho come
la sensazione di usare una lente di ingrandimento e poter guardare ad una sorta di B-side della storia.
Non ultimo, ci vedo uno scambio di idee ma anche di informazioni che arricchisce tutti.
A tal proposito sono lieta dell'apertura che ha dimostrato nei confronti di un genere nuovo per lui. Se vuole approfondire la conoscenza del genere possiamo suggerire qualche titolo interessante :-)
Complimenti intanto per la recensione,ma sopratutto per non tirarsi indietro di fronte a ciò che non conosce.
Elnora

Anonimo ha detto...

bdsm non ce n'era, c'erano giochetti. giochetti sfiziosi. hanno o non hanno diritto di esistenza? direi proprio di sì e spezzerò una lancia in favore dei famolostranisti: hanno se non altro il vantaggio di sapersi divertire e di non prendersi troppo dannatamente sul serio, difetto che solitamente affligge i vari "veri master, vere mistress, veri qualsiasi cosa".
propendo anche io per l'accorciare il tutto, se un effetto la scrittrice ha prodotto, almeno per mio parere, è rendere il sesso di una noia soporifera mortale: troppo e sempre uguale a se stesso e descritto inesorabilmente con le stesse parole.
per il resto, se noi donne dobbiamo sognare, lo facciamo sull'eroe giovane e bello, ricco e intelligente, da "salvare" e che poi vissero felici e contenti, pretty woman docet (e nel libro le citazioni del film io le ho visto in continuazione, perfino la stessa frase alla colazione "non sapevo che ti piacesse ed ho ordinato tutto").
non mi lancio nel confronto con histoire d'o perchè, sinceramente, non sono riuscita ad inoltrarmi oltre il capitolo 1: sembrava l'accozzaglia in chiave sm di quando anis nin dice di come scrivessero racconti erotici per un editore che voleva di più e di più e ancora di più e loro a spremersi le meningi (coi racconti ci mangiavano), a coinvolgere amici, ad infarcire questi racconti di fantasie su fantasie al punto da renderli surreali anzichè eccitanti.
ma del resto, racconti scritti da chi il bdsm lo fa, ne ho letti fin troppi e sono, miseramente, quasi tutti noiosissimamente uguali :-D
Luna_ca

Anonimo ha detto...

Ciao Luna_ca
lo sai che anche a me è venuto in mente Pretty Woman? Ma quanto mi è piaciuto quel film e quanti viaggi mentali mi sono fatta...una Cenerentola dei tempi moderni! E poi è vero, sogniamo l'eroe bello, ricco, e credo anche che sotto sotto, questa mania del controllo forse non sta poi così stretta come molte vogliono credere....o no?
Ciao!
Elnora

Anonimo ha detto...

oddio... la mania del controllo è terribile eh. secondo me denota profonda insicurezza in se stessi: non mi fido di te perchè, essenzialmente, non mi fido di me stesso.
però c'è anche un punto che forse sfugge: certa "mania del controllo" è insita nel personaggio stesso per la sua posizione.
chi, come me, si pasce di telefilm americani incontra spesso il supermanager con dossier accurati su tutto e tutti :-) del resto è il potere delle informazioni. non solo, chi vive ad un certo livello "deve" poter tenere tutto sotto controllo: fuga di informazioni, spionaggio industriale, ricatto, rischio di rapimenti a fine di estorsione, cacciatori di dote... insomma, da un certo punto di vista certe cose sono giustificate (o tanti non andrebbero in giro con possenti bodyguard :-D)
inoltre credo entri in ballo quanto rimarcato su "le donne vengono da venere gli uomini da marte": se una donna ha un problema, l'uomo cerca di scovare "soluzioni pratiche" e peccato che lei intendesse solo parlarne per schiarirsi le idee e finisca magari per incavolarsi come una jena per le premurose interferenze.
e il guaio è quando magari le cose finiscono e ci si ritrova con uno stalker potenzialmente pericoloso in mezzo ai piedi visto oltretutto che le cronache odierne ci fanno fin troppo ben capire come, in troppi uomini, "l'amore" equivalga al "possesso", possesso malato che culmina in "se non con me, con nessun altro".
luna_ca

Pinkafé ha detto...

A dimostrazione che i meccanismi dell'editoria sono imperscrutabili, proprio come quelli del successo letterario...

Scritto male, linguaggio banale, estrema ripetitività, inverosimiglianza dei personaggi, erotismo bdsm che bdsm non è... le critiche e le stroncature non si contano, ma, ma, ma... qualche pregio dovrà pure averlo, se ha generato tutta questa febbre tra le lettrici e tutta questa fibrillazione nell'editoria, divenendo il caso letterario (?) dell'anno.
Onestamente la cosa non mi sorprende poi tanto, considerato il calo generale della qualità linguistica e stilistica dei libri che vengono pubblicati ultimamente, oltre che del carattere prettamente commerciale delle scelte degli editori.
C'è da dire però, che il successo della James è partito non dall'alto di una prestigiosa casa editrice ma dal basso, dalle lettrici, dal potere del passaparola, e non c'è nulla come una chiara domanda della massa a far saltare tutti sulle sedie.

Sarà perché è nato come fanfiction? perché era ispirato al precedente tormentone di Twilight? perché è erotico? perché sbircia sul mondo del bdsm? Perché è indubbio, che nonostante ciò che la James descrive non sia vero bdsm, come ha spiegato Master8888 e come ha fatto notare anche Luna_ca, è innegabile che abbia scatenato un interesse verso di esso senza precedenti. Dalle lettrici, ai blog, alle testate giornalistiche, la discussione è aperta e in taluni casi anche feroce, sarcastica e denigratoria.
E qui mi viene da sorridere, perché la James ha messo il nero (passatemi la similitudine) e il rosa a braccetto sotto il parasole del pregiudizio.

Per quanto riguarda questo romanzo, devo dire che, a differenza dei precedenti che ho comunque letto e che mi hanno anche divertita, con questo non sono riuscita ad andare oltre l'ottantina di pagine, soprattutto a causa della ripetitività. Mi è sembrato una forzatura ad una storia che a mio avviso avrebbe potuto trovare ben prima una sua conclusione anche senza lieto fine, ma semplicemente con un finale aperto.

Hasmina

Anonimo ha detto...

Ho letto le prime 200 pagine di Fifty shades of grey e già si capisce il finale così improbabile e mieloso che offende l'intelligenza. Lei è l'unica che lui possa mai veramente amare. In alcuni punti è talmente scontato che mi veniva da ridere. Bocciato su tutta la linea. E poi ripetitivo... a metà del primo sono già stufa.

Anonimo ha detto...
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