giovedì 29 novembre 2012

Alfonso Zarbo, la passione per il Fantasy

di Hasmina



In occasione del nostro speciale “Fantasy Explorer”, Pinkafé ha il piacere di intervistare Alfonso Zarbo, un giovane dinamico e poliedrico che ha fatto della sua passione per la narrativa fantastica un punto d’incontro delle sue molteplici attività. Autore di racconti e romanzi fantasy, Alfonso lavora infatti nel mondo dell’editoria fin dal 2009, ricoprendo ruoli e mansioni diverse. Collabora con la redazione di Fantasy Magazine, è stato curatore di romanzi, antologie e collane, si occupa di editing per diversi marchi editoriali e lavora come professional blogger della collana Chrysalide, per Mondadori. Dal 2012 è vicepresidente del festival San Giorgio di Mantova Fantasy, in occasione del quale, si è aggiudicato il terzo posto del Premio Letterario Nazionale Cittadella con il suo ultimo romanzo La Via dell’Acciaio (Linee Infinite Edizioni)


Benvenuto Alfonso, è un piacere averti ospite nel nostro blog. Per iniziare, ti va di raccontarci qualcosa di te per presentarti ai nostri lettori?

Il piacere è tutto mio, davvero. Che dire? Ho venticinque anni e, da quattro, mi occupo di editoria, in particolare di narrativa fantastica. Quando le dita non scorrono sulla tastiera, di solito stanno sfogliando un libro, passione che coltivavo già da ragazzino prima di andare a dormire, poi durante le lunghe “avventure” in treno (chi lo usa spesso sa bene quanto imprevedibile possa essere) per andare all'università e ora per buona parte della giornata. Il tempo per le altre passioni è di conseguenza molto poco, ma la musica hard rock e metal, le serie tv e la passione per la Storia confluiscono, un po' come capita per  qualunque autore, in quello che metto sulla carta.


Scrittore, collaboratore di redazione, curatore, organizzatore di eventi culturali, editor... ogni sfumatura della tua carriera professionale ruota attorno al fantasy. Come nasce questa passione?

Mi viene da sorridere a quanto impensabile (e azzardato) possa essere stato il mio percorso professionale. Ancora oggi chiedono alla mia fidanzata di che mi occupo e lei non trova le parole per rispondere.
La passione per il fantasy e l'avventura, però, è nata già da bambino: indiani e soldatini al posto delle micro machines, spade di legno invece di un pallone da calcio e tante, tante ore alla tv in compagnia di Hercules, Xena e Dragonheart. Ancora non conoscevo il significato del fantasy, ma i miei genitori sapevano che ovunque ci fossero lame scintillanti, quella cosa avrebbe fatto al caso mio.


Quando non scrivi, cosa ti piace leggere? Ci sono degli autori in particolare che ti hanno ispirato?

Soprattutto romanzi fantasy e storici. I miei “mentori” sono Robert E. Howard (Solomon Kane, Bran Mak Morn, Conan il barbaro), Conn Iggulden (serie di romanzi storici su Gengis Khan e su Giulio Cesare), Bernard Cornwell (Saga dei sassoni), Alan D. Altieri (nel campo del fantasy, Magdeburg), Wolfgang Hohlbein (Nell’abisso) e i poemi epici.
Immancabili, maestri del calibro di Arthur Conan Doyle, George R.R. Martin e Andrzej Sapkowski.
Non molto tempo fa sono rimasto sorpreso da Mark Lawrence (Il principe dei fulmini, Newton Compton), impreziosito dall'abilità del traduttore Leonardo Leonardi. Ora sto leggendo Inkearth di Cornelia Funke.


Nel panorama letterario del fantasy, ci sono dei titoli che, secondo il tuo giudizio, sono da considerarsi dei “must” e che dovrebbero essere letti da coloro che desiderano avvicinarsi a questo genere?

Che piaccia o non piaccia, Il signore degli anelli rientra nei classici da leggere. Ma ne esistono molti altri, e bisognerebbe rimboccarsi le maniche e dare la caccia ad autori e testi del passato, dalla Chanson De Roland e Beowulf al Castello dei destini incrociati di Italo Calvino. Io sono un amante del fantasy epico e non posso fare a meno di Robert Ervin Howard, ma se amate l'urban fantasy vi suggerisco i romanzi della trilogia (poi ampliata) dei Guardiani della notte del russo Sergej Luk'janenko.


Come nasce un romanzo fantasy? Esistono regole che uno scrittore fantasy deve seguire?

La stesura di un romanzo fantasy non è differente da quella di qualsiasi opera di genere narrativo. L'importante è seguire gli stessi presupposti logici che regolano la vita comune. Per dirla in modo semplice, non possiamo generare una palla di fuoco dal palmo della mano se il mondo in cui è ambientato il romanzo non prevede l'utilizzo della magia. Fornite sempre una spiegazione logica, qualunque cosa scriviate.


Tra i tuoi lavori spicca la saga di “Ivengral”, per il momento composta da due romanzi, “Ivengral” e “La via dell’acciaio”. Vorresti presentarci quest’opera?

La saga di Ivengral è un'opera fantasy di “vecchio stampo” nella quale ho cercato di riunire le atmosfere dei sottogeneri più avventurosi, dal dark fantasy allo sword & sorcery e all'epica-cavalleresca. L'obiettivo che mi sono prefissato con La via dell'acciaio (Linee Infinite Edizioni, maggio 2012) è stato puntare al massimo verso uno stile personale, legato più alla narrativa storico-avventurosa che alla cosmologia del Signore degli anelli.
Il primo volume (2010) racconta la storia di Aradras e Uldaric, un elfo delle tenebre e un cavaliere nero. Due personaggi apparentemente malvagi, perché nella vita hanno conosciuto soltanto la legge del più forte, ossia del nuovo impero in espansione. Ma quando l’intero mondo in cui vivono si ritorce loro contro, non resta che lasciarsi morire oppure allearsi con lo schieramento nemico. Scelgono di combattere. Non è situazione semplice, perché non solo perdono ogni legame con il proprio mondo d'origine, ma devono chiedere aiuto ai rivoltosi del fronte opposto, i quali da sempre vedono elfi delle tenebre e cavalieri neri come acerrimi nemici. L'unica possibilità di unire i protagonisti con quelli che diventeranno presto i loro alleati sarà l'elemento dietro al quale si cela il titolo della saga: Ivengral.
La Via dell’Acciaio è ambientato a Nisroc, la sola città abbastanza grande situata tra l'isola di Sakaras dove si concludono le vicende del primo volume e le Montagne Infuocate che descriverò nel terzo. Proprio perché posizionata in un punto strategico, Nisroc è piena di soldati e mercenari al soldo dell'Hexenmaister, il demone che ha dato via alla guerra tra i due fronti e ha trasformato il regno degli uomini in un impero. Aradras, Uldaric e gli elfi della luce che li accompagnano cercheranno di penetrare nella città senza farsi riconoscere, ma prima di riunirsi Uldaric verrà attirato dalle grida di una ragazza in fuga e si troverà catapultato in una lotta dove dovrà sfoderare ancora una volta Unrein, la spada bastarda illustrata sul fronte di copertina e dietro alla quale si nasconde un frammento molto, molto importante del suo passato.


Nel tuo ultimo racconto “Paranormal Death”, scritto per l’antologia “Uno sguardo verso il cielo” (Linee Infinite Edizioni), ti sei cimentato per la prima volta nel paranormal romance. Come hai trovato l’esperienza? Cosa ne pensi di questo genere molto quotato soprattutto tra il pubblico femminile?

Diciamo solo che Paranormal Death non è proprio quello che ci si aspetta da un fan di Twilight. Sentencia, la protagonista del racconto, ha una visione tutta sua dell'amore per le cose che brillano...


Qual è la situazione attuale del fantasy italiano? Qualche considerazione sull'editoria italiana nei confronti del fantasy?

Il fantasy italiano è in continuo sviluppo. Non quanto quello straniero, certo, ma sono in molti a darsi da fare: penso alla collana Chrysalide di Mondadori, con Licia Troisi, Francesco Falconi, Dorotea De Spirito e Leonardo Patrignani, e agli scrittori con meno visibilità ma tanto, tanto talento e spirito di iniziativa, tra i quali Fabiana Redivo, Luca Tarenzi, Giuseppe Pasquali, Paola Boni, Thomas Mazzantini e moltissimi altri.
L'editoria italiana ha ottimi rapporti con il fantasy: pensate ai già citati George R.R. Martin e Andrzej Sapkowski, alla Rowling e a Suzanne Collins. Forse, però, sarebbe necessario guardare meno al fenomeno commerciale e approfondire la conoscenza degli scrittori italiani. Ma affinché avvenga anche noi dobbiamo piantarla con la lagna dello scrittore incompreso e proporre qualcosa di nuovo.


Cosa consiglieresti a quegli scrittori, o aspiranti scrittori, che vorrebbero cimentarsi nel genere?

Sarò banale, ma leggete tanto. Puntate su una lettura intensa però, che miri a strappare di dosso gli elementi secondari della narrazione per mettere a nudo lo scheletro della struttura. Studiate le virgole, i periodi, la caratterizzazione dei personaggi, i dialoghi, le figure retoriche e la vena poetica che si nasconde anche dietro alla prosa del testo. Il compito dello scrittore consiste anche in questo.


A cosa stai lavorando ultimamente? Hai voglia di svelarci qualche progetto futuro?
Grazie per essere stato qui su Pinkafé.

Grazie a voi per avermi accolto. Attualmente sto lavorando a un ciclo di romanzi, racconti e fumetti intitolato Ivory & Blood, che ha come protagonista un cacciatore di draghi in cerca della redenzione. Il romanzo e i racconti saranno disponibili nel 2013 su Amazon, mentre i fumetti – a opera di Mattia Zoanni (Mytico!, Corriere della Sera) – potranno essere scaricati gratuitamente dal sito http://ivoryandblood.blogspot.it/
Per tutto il resto, vi rimando al mio sito ufficiale: http://alfonsozarbowriter.blogspot.it/

11 commenti:

Pinkafé ha detto...

Ho letto con interesse l'intervista a Alfonso Zarbo, di sicuro con orgoglio visto che si tratta di un italiano!
Del genere fantasy ho letto poco, ma tra quel poco non poteva mancare il Signore degli anelli, che considero il fulcro della letteratura fantasy.
Mi piace anche Luca Tarenzi e Dorotea De Spirito, ma confesso che i suoi libri li devo ancora leggere.
Se dovesse ambientare un libro in una città italiana non necessariamente di rilevanza storica, quale sceglierebbe?
grazie
Andreina

Anonimo ha detto...

Ciao Andreina,
probabilmente punterei su Parma, con i suoi parchi ottocenteschi, l'architettura romana e i monumenti solenni e a volte un po' cupi (ho già ambientato un brevissimo action-thriller lì). ;-)
Buona serata!
Alfonso

Pinkafé ha detto...

Ho letto con piacere Paranormal Death e Sentencia effettivamente spiazza. Siamo decisamente lontani da Twlight. Ora non mi resta che provare altri libri di Alfonso e lo farò con grande piacere.
Volevo chiedere ad Alfonso se aveva voglia di andare più fondo alla sua affermazione circa gli autori italiani e il suo invito a proporre qualcosa di nuovo. A che cosa ti riferisci in particolare?
Nel frattempo in bocca al lupo per la tua poliedrica carriera.
Astasia

Anonimo ha detto...

Eh io sono molto incuriosita da Sergej Luk'janenko e questa trilogia dei Guardiani della Notte. Che cosa mi devo aspettare? in quanto Urban Fantasy che taglio offre la storia?
Grazie in anticipo ad Alfonso e in bocca al lupo!
Elnora

Pinkafé ha detto...

Rngrazio Alfonso Zarbo per le sue risposte esaurienti che mi hanno fatto comprendere ancor meglio il mondo del fantasy letterario.
Secondo la sua esperienza di scrittore, quale tipologia di lettore legge maggiormente fantasy? Un pubblico giovane o più adulto? In maggioranza maschile o femminile?
Grazie per esserci venuto a trovare e in bocca al lupo per il futuro

Faye

Alfonso Zarbo ha detto...

Astasia, sono davvero contento tu abbia letto Paranormal Death. Veniamo alla risposta sugli scrittori italiani: sono in moltissimi, a mio avviso, quelli che si definiscono scrittori senza prima avere raggiunto un certo grado di esperienza e maturità stilistica. Tutti lo facciamo o lo abbiamo fatto!
Questa dell'inesperienza è senz'altro la prima fregatura quando si vuole proporre qualcosa a una casa editrice, grande o piccola che sia. Affidatevi a un editor esperto. Sempre. E meglio ancora se ha già trattato il vostro genere.
Il secondo punto è quello che riguarda il "qualcosa di nuovo", l'innovazione. Sperando di non perdermi in chiacchiere, in base a una tipica regola della cultura di massa il pubblico vuole sempre gli stessi tipi di storie, delle quali conosce tutto, talvolta anche le conclusioni, ma di cui lo divertono i percorsi e le soluzioni scelte per giungere a quelle conclusioni. Non so se sia un'idea giusta o sbagliata, ma è un buon punto per cominciare a scrivere. Cosa posso cambiare? Logico è che più si diventa esperti col tempo e più ci si azzarderà a cambiare. ;)
Grazie per la domanda!
Alfonso

Alfonso Zarbo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Alfonso Zarbo ha detto...

Eleonora, posso dirti che è stato il primo urban fantasy che ho letto, anche se il target è superiore all'età tipica dello Young Adult. Demoni, angeli, vampiri, licantropi, mutaforma, stregoni, entità mistiche: ce n'è per tutti i gusti. E in Russia la saga ha avuto più successo persino del Signore degli anelli. Un vero e proprio "must", insomma. Se dovessi paragonarlo a un telefilm, penserei all'attuale Supernatural.

Un consiglio: non guardare i film prima di averne letto i libi. Non c'entrano una mazza e ti rovinano il piacere della lettura! :D

Alfonso Zarbo ha detto...

Grazie a voi, Faye! Mmm, tipologia, tipologia... Il fantasy - così, tanto per giocare in casa - ha così tante sfumature che sarebbe difficile risponderti con precisione se non facessimo una suddivisione per generi. Credo che ogni ramo abbia il suo pubblico e target: per il paranormal e l'urban, ormai quasi indistinguibili perché intrisi del solito amore contrastato, il pubblico è al 99 percento femminile, mentre l'età è molto variabile (mentre scrivo, rifletto sulle cinquantenni che leggono e vanno a vedere Twilight). Altro discorso per il fantasy epico, che dalle origini ha sempre avuto un target fifty-fifty (tolto Howard e pochi puritani di "acciaio e sangue"), prima con Tolkien, Lewis e Ursula K. Le Guin, ora con George R.R. Martin. Ma il suo è un caso a parte: che qualche ragazza cerchi nelle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco la stessa malizia che (Sette Dei, perdonatemi per quello che sto per dire) in Cinquanta sfumature di grigio? Chi lo sa! :D

Pinkafé ha detto...

Grazie Alfonso, è stato un vero piacere ospitarti nel nostro Kafé. Le tue risposte sono tutte molto interessanti e piene di spunti.
A partire dai gusti del pubblico (ma non sono forse anche largamente pilotati dalle scelte editoriali? vedi politica del filone che vende...)

Tuttavia... non puoi gettare con tanta nonchalance un sasso come questo e fare finta di niente ;D

"Ma il suo è un caso a parte: che qualche ragazza cerchi nelle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco la stessa malizia che (Sette Dei, perdonatemi per quello che sto per dire) in Cinquanta sfumature di grigio? Chi lo sa! :D"

Soprattutto considerato lo Speciale che il nostro Kafé ha fatto sull'argomento. Sono "obbligata" (che i Sette Dei perdonino anche me) a chiederti di dirci qualcosa di più, soprattutto per chi non ha mai letto Martin come me (lo so qui il perdono non lo avrò mai!) :D

Hasmina

Alfonso Zarbo ha detto...

Ah, ah, ah! Hasmina, lo sai che non puoi chiedermi questo! Vedrò di riassumere (e MOLTO). La mia opinione è che Martin sia uno degli ultimi baluardi del fantasy epico (o storico, nel suo caso) ancora in grado di coinvolgere le grandi case editrici.
Dimenticate Il signore degli anelli: Le cronache del ghiaccio e del fuoco abbandona per buona parte le radici nordiche dalle quali ha tratto ispirazione Tolkien e si riallaccia piuttosto alla Guerra delle due rose (sono state evidenziate alcune somiglianze con lo scheletro della trama). Non ci sono elfi, non ci sono predestinati e potenti tiranni, ma tanti signori della guerra ambiziosi che reclamano il medesimo trono, amori incestuosi, intrighi, vendetta e personaggi contorti, che spiazzano il lettore a ogni pagina cancellando la rigida distinzione tra bene e male.
Unica pecca della saga? Sembra non finire mai! :D

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