giovedì 21 marzo 2013

Primavera a Roma

di Romy



Piazza di Spagna e Trinità dei Monti
Nel primo giorno di primavera, rallegrato a Roma da una temperatura mite e da un cielo azzurro che fa dimenticare il maltempo dei giorni passati, ripropongo ai lettori di Pinkafé la storia e le immagini di uno degli angoli più suggestivi della Città Eterna.
I gradini della scalinata di Trinità dei Monti saranno rivestiti fra poco dei colori brillanti di centinaia di azalee ad opera dei vivaisti romani, uno spettacolo che ogni anno lascia senza fiato cittadini e turisti da ogni parte del mondo.


Forse non tutti sanno che…

Intorno al 1500, questa zona era considerata suburbana e coltivata a vigne. Divenuta di passaggio per i forestieri che entravano in città attraverso Piazza del Popolo, fu subito chiaro che necessitava di una sistemazione architettonica.
Il nome della piazza deriva dalla sede dell'Ambasciata di Spagna presso lo Stato Pontificio (oggi santa Sede), un palazzo situato sul lato meridionale e risalente al 1647, ma fu a lungo contestato dai francesi che possedevano il terreno di Trinità dei Monti e la parte settentrionale della piazza, conosciuta a quel tempo come “Piazza di Francia”.
Per collegare la chiesa di Trinità dei Monti alla piazza sottostante si pensò alla costruzione di una grande scalinata, un progetto che già il cardinale Mazzarino aveva approvato nel 1660.
La scenografica scalinata venne terminata nel 1725 su progetto dell’architetto Francesco De Sanctis, dopo aver ottenuto l’approvazione francese e quella papale.
È articolata in rampe da dodici gradini ciascuna, per un totale di 136 gradini, in un’alternanza di terrazze, tratti curvi e dritti, in ossequio al gusto barocco.
Ai piedi della scalinata la "Barcaccia" di Pietro Bernini (1629), padre di Gian Lorenzo, la prima fontana alimentata dall’acquedotto dell’Acqua Vergine, di cui riparleremo in seguito a proposito di Fontana di Trevi.
L’idea di rappresentare una vecchia barca in pericolo di affondare fu una trovata geniale del Bernini, il quale ovviò così al problema causato dalla bassa pressione dell’acqua. La tradizione però ascrive l’idea a Papa Urbano VIII, impressionato da una barca che si era arenata sulla piazza a seguito di una piena del Tevere.

sabato 9 marzo 2013

Nel Micromondo di Michael Crichton

di Hasmina



 

 
Honolulu, Hawaii.
In un buio stabile di periferia, ufficio di un piccolo avvocato del luogo, regna il silenzio. Tutto sembra in ordine. Se non fosse per tre cadaveri stesi sul pavimento. Sul loro corpo non ci sono segni di lotta, solo dei tagli piccolissimi ma profondi e letali. L'unico indizio trovato sul luogo del delitto è un minuscolo robot, quasi invisibile all'occhio umano, dotato di lame affilatissime. La polizia brancola nel buio. Quello che tutti ignorano è che la Nanigen Micro-Technologies, una società che si occupa di microtecnologie mediche, nella foresta hawaiana nasconde una base segreta, dove mette alla prova apparecchiature finora ignote alla comunità scientifica. Qui è in corso un'operazione rivoluzionaria dai finanziamenti occulti, tesa a studiare le infinite forme di vita di cui brulica il sottobosco per sfruttarne le risorse a scopo medicinale. I dirigenti della Nanigen sono pronti a uccidere chiunque metta i bastoni tra le ruote a questo investimento miliardario. Ma per i loro laboratori hanno bisogno di reclutare nuovi, ignari scienziati: un gruppo di dottorandi dell'università di Harvard capitanati da Peter Jansen, esperto di veleni, e Karen King, aracnologa. I sette giovani, una volta approdati alle Hawaii, si trovano catapultati di persona in un pericolosissimo esperimento scientifico, e costretti a fronteggiare una natura sorprendentemente ostile e sconosciuta.


"La prima volta che lessi il manoscritto inconcluso di Michael Crichton, potevo praticamente sentire la sua eccitazione riempire le pagine. Stava scrivendo al massimo della sua abilità, con un grande senso dell'avventura, nell'esplorare un mondo misterioso e quasi inimmaginabile, il micromondo. Il mondo naturale delle creature piccolissime. Micro mostri, micro bellezza, e suspense al cardiopalma."  -- Richard Preston


Ci ha affascinati col miracolo della genetica di Jurassic Park, guidati alla scoperta delle miniere di Salomone in Congo, portati indietro nel tempo con Timeline, immersi nell'avventura dei caraibi del XVII secolo, ed ora, rimanendo fedele alla sua vena avventuroso/fantascientifica,  Michael Crichton, che personalmente cosidero uno degli autori più eclettici e visionari, quasi premonitori del futuro, come Jules Verne molto tempo primia, ci apre le porte di un mondo invisibile, ignorato e pressoché sconosciuto, ma proprio per questo pericoloso e letale, in Micro.
Lasciato incompiuto alla sua morte, avvenuta nel 2008, Micro è stato completato dallo scrittore Richard Preston. Un'eredità eccitante ma allo stesso tempo immagino onerosa, perché avrebbe dovuto far rivivere una genialità unica nel suo genere, e dare un senso di continuità al lavoro già fatto. Chi è rimasto incantato da Jurassic Park o da Timeline, non può non ritrovare in questo ultimo romanzo la ricchezza creativa di Cricthon, ma allo stesso tempo si sente che manca qualcosa, e si sente la presenza di una mano diversa.


Quante volte ci capita di rivolgere un pensiero a quello che sta sotto i nostri piedi? a quell'universo laborioso e invisibile che pullula di vita, di organismi, animali piccolissimi? In realtà, è come se non esistesse, talmente al di fuori della nostra portata, della nostra attenzione... E in quelle poche occasioni in cui ci ritroviamo ad osservare distrattamente la corazza color petrolio di uno scarabeo, o l'effimera eleganza di una tela di ragno, oppure una fila di comuni formiche, non li vediamo per i predatori letali che realmente sono nel loro mondo, il micromondo, appunto.
Immaginatevi per un attimo di venire miniaturizzati ad un'altezza di pochi millimetri, e di essere abbandonati nella foresta pluviale delle Hawaii, in una dimensione dove le formiche operaie sono grandi e feroci come grossi pitbull, e possono tranciare il corpo di un umano con un solo colpo delle mandibole, dove coleotteri, vespe, ragni, mosche, larve sono in agguato dietro ogni gigantesca foglia, ciascuno di essi dotato di forza e di "armi" biologiche contro cui non avete protezione... dove le distanze sono insormontabili, i rivoli di pioggia enormi fiumi in piena che spazzano ogni cosa... Un mondo sconosciuto e letale come potrebbe essere una foresta del Giurassico, e dove l'unica cosa che può tenervi in vita è la vostra abilità, la vostra resistenza, e le vostre conoscenze.
Ma oltre ad esplorare il micromondo naturale - in tutti i libri di Crichton la natura è bellissima, ma anche e inevitabilmente letale e ingovernabile - Micro ci mostra l'utilizzo di una tecnologia sofisticatissima, che se da un lato permetterebbe di esplorare, studiare e conoscere cose a noi ancora sconosciute, dall'altro rappresenta il peggiore degli incubi, perché dove si ferma la natura, iniziano la tecnologia ed i robot ispirati ad essa, il cui unico scopo è il denaro e il potere. E chi potrebbe mai fermare qualcuno con un esercito di microrobot in grado di uccidere rapidamente, silenziosamente, e in modo totalmente invisibile?


venerdì 1 marzo 2013

Alice in zombieland di Gena Showalter

by Andreina


A sedici anni vediamo la vita in modo differente da un adulto, non sentiamo le responsabilità che l'età matura comporta. Si provano sensazioni uniche: la prima cotta, le feste, i primi baci, le uscite con i ragazzi, l'appuntamento importante che ti fa battere il cuore! Ah l'adolescenza che meraviglia, un caleidoscopio di colori ti circondano, avrai tanti  ricordi che serberai per sempre.

Anche Alice ha sedici anni. Lei non ha vissuto la sua adolescenza. Intrappolata in una situazione famigliare che non lascia scampo, la sua vita scorre nel grigiore più assoluto. Una famiglia strana la sua: un padre paranoico che col buio vede  mostri ovunque, così impaurito che non permette alla figlia di uscire di casa se non alla luce del sole, perché è convinto che il buio porta  la morte. Vede ovunque  mostri orribili che non aspettano altro che nutrirsi di esseri umani. La madre nonostante sia una donna dolce che ama molto i suoi figli, asseconda il marito nella sua follia; infine Emma la sorellina adorata, che insieme a lei subisce questa situazione.
Nonostante Alice cerchi di far ragionare il padre, lui continua a negarle il permesso di uscire dopo il tramonto, quindi niente feste, niente appuntamenti, niente di niente, sino a quando un giorno accade un miracolo. Alice riesce finalmente a persuaderlo ad assistere con tutta la famiglia al saggio di danza di Emma,  restando fuori fino al tramonto.
Questo avrà conseguenze terribili, che cambieranno il corso della sua vita.

Alice però non si lascia spezzare dal dolore, è una ragazza forte, e grazie agli insegnamenti del padre affronterà il suo futuro con coraggio e determinazione.
Quando scopre che  lui aveva ragione riguardo ai pericoli che si celano nell’oscurità, si allea con un gruppo di ragazzi. Insieme combatteranno  i mostri.
Essi esistono realmente e adesso vogliono proprio lei!

Il destino di Alice in seguito si intreccerà con quello di Cole, ragazzo misterioso con cui sembra avere un legame che va oltre la comprensione di entrambi.
I personaggi secondari che ruotano intorno alla protagonista nonostante condividono lo stesso obiettivo, sono molto diversi tra di loro, e questo crea alcuni conflitti. La sfiducia, il rancore e le gelosie della piccola comunità non permettono ad Alice di integrarsi. In seguito grazie al suo carattere forte e impavido, riuscirà a farsi accettare.
Kat l'amica di Alice, mi è rimasta impressa  perché oltre a essere un punto di riferimento per la ragazza, l’ha strappata all’apatia nella quale era scivolata.

Conosco Gena Showalter per la sua famosa serie "Lords of the Underworld", genere  paranormale completamente differente da questo romanzo.
Leggendolo  sono rimasta  piacevolmente stupita. Mi aspettavo un young adult tipicamente adolescenziale, invece l'ho trovato adatto anche a un pubblico più grandicello. L'autrice è stata davvero molto brava. Infatti dopo averci conquistato con un’avvincente saga paranormal, adesso ci propone una storia giovane fresca e appassionante. Anche la cover è bellissima!
Alice in Zombieland è scritto  molto bene, con uno stile semplice e accattivante. Durante la lettura mi sono ritrovata immersa in una storia da cui è stato difficile staccarmi. Alcune scene descritte mi hanno fatto venire letteralmente la pelle d'oca, specialmente il primo incontro tra Alice e Cole, scene profondamente sensuali e inaspettate, che mi hanno talmente emozionata da costringermi a leggerle e rileggere più volte. Lo so che lo volete sapere… ma  non le svelo nemmeno sotto tortura. Leggetelo!

Quando faccio una recensione non mi piace svelare troppi particolari del romanzo, questo perché ho troppo rispetto per il lettore che ancora non lo ha letto. Per quanto mi riguarda detesto leggere recensioni che svelano  troppi particolari importanti. Ci sono delle scene che ti colpiscono il cuore, ma se le conosci già, parte della magia sparisce.
Alice in zombieland prevede  dei sequel, e spero tanto  che la scrittrice non ci faccia aspettare troppo.  Nell'attesa scruterò spesso il cielo. Sono certa che come la Alice della favola che segue sempre il bianconiglio,  le lettrici che hanno adorato questo libro si troveranno spesso a scrutare il cielo.
Sicuramente penserete che stia dicendo cose senza senso, e forse avete ragione ma solo chi ha letto il libro saprà effettivamente di cosa parlo!
Ma non siete curiose? ^_^

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